Altroconsumo svela tutti i segreti degli additivi alimentari

Coloranti, conservanti, emulsionanti, esaltatori di sapidità, regolatori di acidità: sono ovvero gli additivi alimentari. In Europa ne sono autorizzati moltissimi, più di 300, con una legge che impone ai produttori di indicarli in etichetta, o con la loro sigla (una E seguita da un numero), oppure con il loro nome per esteso preceduto dalla categoria cui appartengono. Ma quanti conoscono esattamente di cosa si tratta? L'associazione di difesa dei consumatori Altroconsumo cerca di fare chiarezza con un'utilissima guida.

Spiegano ad Altroconsumo: "La nostra esperienza ci dice che in Italia ne facciamo un uso minore rispetto ad altri paesi europei con cui siamo soliti collaborare per test e inchieste, soprattutto nel caso di coloranti e conservanti, che da noi godono di poco appeal. Possiamo quindi stare tranquilli? Non del tutto. Chi ci tutela? L’autorizzazione a un additivo
viene concessa dopo una valutazione di sicurezza fatta da esperti sulla base degli studi scientifici a disposizione. In questo momento l’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza degli alimenti, per conto della Commissione europea, sta esaminando nuovamente le autorizzazioni concesse, alla luce dei nuovi dati a disposizione. Nel quadro della valutazione, in base ai risultati ottenuti dalle prove di tossicità, viene stabilita la dose giornaliera accettabile (Dga) per l’uomo. La Dga è la dose di additivo che una persona può assumere ogni giorno, per tutta la vita, senza mettere a rischio la propria salute. In base alla Dga, poi, si definiscono i limiti massimi ammissibili negli alimenti".

Per esempio, alla luce degli studi più recenti, l’Efsa ha notevolmente ridotto la Dga del colorante alimentare giallo E 104, rispetto alla dose giornaliera accettabile, che era stata stabilita nel 1984 dal comitato scientifico per l’alimentazione umana della Commissione europea. Una marcia indietro che fa riflettere. Questo sistema di valutazione, infatti, ha alcune pecche che ancora non sono state colmate e lo rendono non del tutto affidabile. In primo luogo non siamo ancora tutelati dalla somma di tutte le diverse sostanze aggiunte che assumiamo, anche se ciascuna di loro resta al di sotto della Dga. Inoltre, nello stabilire i limiti massimi di utilizzo nei prodotti alimentari non si tiene conto dei rischi di un abuso di additivi da parte dei bambini, i quali, a causa del loro peso ridotto, possono facilmente superare le dosi giornaliere accettabili, andando incontro a rischi di sensibilizzazione, allergie o altri problemi di salute.

Oggi i consumatori propendono per prodotti il più possibile privi di additivi. Ecco allora che le etichette mettono ben in evidenza diciture come “Non contiene conservanti” o “Con coloranti naturali”. Ma attenzione: il fatto che un prodotto si vanti di non avere conservanti non significa che non abbia comunque altri additivi in lista. Leggete sempre l’elenco degli ingredienti: sta sparendo in etichetta l’indicazione degli additivi con il codice E… a favore della dicitura con il nome completo. Questa modalità rende più diffi cile individuare gli additivi a colpo d’occhio perché si mimetizzano nell’elenco degli ingredienti. Inoltre alcuni coloranti naturali hanno una dose giornaliera di assunzione accettabile più bassa di altri artificiali, sintomo della loro potenziale maggiore pericolosità.

Gli additivi, a seconda della loro funzione, sono suddivisi in categorie e a ognuno è associato un codice, generalmente composto da una E seguita da tre o quattro cifre. Il codice è valido in tutta Europa.

Coloranti (da E 100 a E 180)
Sono utilizzati per dare agli alimenti un colore più vivace. Autorizzati in molti alimenti, i coloranti naturali e artificiali possono trarre in inganno il consumatore sulla vera natura degli ingredienti utilizzati (per esempio, colorante giallo per suggerire la presenza di uova). Inoltre, alcuni coloranti sono stati associati al deficit di attenzione nei bambini, mentre altri possono provocare allergie in persone sensibili.

Conservanti (da E 200 a E 285)
I conservanti sono sostanze che prevengono la proliferazione di batteri, muffe e lieviti responsabili del deterioramento degli alimenti e sono utili in alcuni casi ben precisi. I legislatori europei, tuttavia, sono troppo permissivi e autorizzano l’utilizzo di conservanti anche dove sono inutili. Di fatto, non incoraggiano certamente i produttori a essere particolarmente attenti in materia di igiene e di condizioni di conservazione. Alcuni possono provocare reazioni allergiche.

Antiossidanti e acidificanti (da E 300 a E 385)
Gli antiossidanti sono utilizzati per frenare il deterioramento degli alimenti causato dal contatto con l’ossigeno dell’aria. Il più utilizzato è l’acido ascorbico o vitamina C (E 300). Gli acidificanti, invece, aumentano l’acidità degli alimenti per prolungarne la conservazione o per ragioni di gusto. La maggior parte degli antiossidanti e degli acidificanti è accettabile e persino utile in certi casi ma, ancora una volta, senza abusarne e se non esiste un’altra soluzione.

Emulsionanti e addensanti (da E 400 a E 495)
Questo gruppo comprende anche i gelificanti e gli stabilizzanti. Tutte queste sostanze sono utilizzate per dare consistenza a un prodotto o per mantenerla. Il loro utilizzo è, a volte, giustificato (emulsionanti per impedire la formazione di cristalli nel gelato o che permettono di sostituire in parte le materie grasse con acqua nelle margarine e nel burro a ridotto contenuto di grasso). Ma più spesso servono per mascherare l’assenza di ingredienti di base (uova in gelato o maionese). Alcuni addensanti sono riconosciuti come allergeni (per esempio, la gomma di guar).

Esaltatori di sapidità (da E 620 a E 640)
Questi additivi, i più noti dei quali sono i glutammati, servono a intensificare o a modificare il gusto degli alimenti: per questo motivo sono, secondo noi, inutili e ingannevoli, in quanto potrebbero mascherare carenze di gusto e quindi una qualità scadente degli alimenti. Il glutammato si può ritrovare in una quantità vastissima di prodotti alimentari e questa assunzione elevata giornaliera può provocare intolleranze anche in chi non è comunemente sensibile a questo additivo.

Edulcoranti (da E 950 a E 967, E 420, E 421)
Sostituiscono gli zuccheri in alcuni prodotti light (bibite, caramelle, gomme da masticare, dolci, yogurt...) Sono accettabili in alcune circostanze (per esempio, per le persone che non possono consumare zuccheri), ma il rischio, soprattutto per i bambini, è che si raggiunga molto rapidamente la dose giornaliera accettabile, per esempio nel caso dei polioli.

Fonte: Altroconsumo

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